Uno Sguardo alla Mondialità
La crisi greca ha caratteristiche simili a quelle che si riscontrano negli altri paesi europei, tuttavia essa ha assunto una intensità maggiore e risvolti umani più drammatici.
L'Editoriale di Sauro Bandi
La crisi come una guerra,
il paese ad un bivio.
Questo è il sottotitolo di un dossier sulla grave
situazione sociale ed economica in Grecia, soprattutto riguardo alla situazione
di giovani e bambini, che Caritas Italiana ha realizzato in occasione delle
recenti elezioni politiche in quel paese. Una guerra non ancora combattuta con
le armi, ma i cui effetti non sono meno gravi. Un volto di guerra in atto in
tanti paesi del mondo, in nome di quello che papa Francesco chiama il “ Dio
denaro”. Sono indubbie le responsabilità dei governanti greci in questa
situazione, ma d’altro canto sono da ritenersi fallimentari le politiche di
austerità e controllo della spesa pubblica imposte dalla Troika, già più volte
sperimentate nel corso della storia recente e che, durante il Giubileo del 2000
avevano portato ad una vasta mobilitazione per la cancellazione del debito
estero dei paesi più poveri. Una misura concreta di solidarietà umana, ma anche
di lungimiranza politica e sociale richiesta da Giovanni Paolo II ai governanti
del mondo, purtroppo presto dimenticata e mai più perseguita. La situazione è
sotto gli occhi di tutti: l’azione sconsiderata di pochi ricade sulla
collettività, fa crescere la disuguaglianza, aumenta lo scontento sociale e la
violenza.
I primi a pagare sono sempre i più fragili, le
famiglie, i bambini, i giovani, gli anziani. Il dossier di Caritas Italiana sopra
citato riporta alcuni dati davvero allarmanti sulla povertà generata dalla
crisi in Grecia:
– il 55% delle famiglie che si sono rivolte a
Caritas Grecia non ha soldi a sufficienza per potersi permettere il cibo
necessario;
– il 26% non riesce a coprire i costi
sanitari, o perché bisognoso di terapie non completamente coperte dal servizio
sanitario nazionale o perché, essendo il capofamiglia disoccupato di lungo
termine, ha perso il diritto all’assistenza sanitaria;
– il 40% delle famiglie non è in grado di
pagare le utenze, in particolare l’elettricità;
– un altro dato sconcertante riguarda il
bisogno di impiego: solo il 51% del totale delle famiglie beneficiarie del
programma e disoccupato. Significa che quasi la metà dei nuovi poveri che si
rivolgono alla Caritas per ricevere aiuti alimentari non sono disoccupati, hanno
un lavoro full time, ma nonostante ciò non hanno un reddito sufficiente per
vivere. Questo dimostra che il dato sulla disoccupazione nazionale, seppur
altissimo, mostra solo parzialmente la reale portata del problema, perchè anche
tra gli occupati c’e chi non ha denaro a sufficienza per vivere dignitosamente.
Molti
sono dipendenti, con stipendi inferiori ai
mille euro, ma molti sono liberi professionisti (architetti, ingegneri,
avvocati, psicoterapeuti, …), piccoli imprenditori o commercianti, che formalmente
non risultano disoccupati, in particolare la situazione del settore edile);
– infine, l’8% dei capifamiglia ha dichiarato
di avere bisogno di assistenza psicologica.
A fronte di questa situazione che cosa
possiamo fare noi? Varie sono le iniziative avviate dalla rete Caritas italiana
ed europea e elencate nel dossier: sostenere i gemellaggi solidali tra famiglie
italiane e greche per sperimentare un nuovo modello di intervento solidale
costruito sulla capacità delle famiglie e delle comunità cristiane di generare
fraternità e condivisione oltre i confini del proprio Paese, attraverso un
percorso di coinvolgimento territoriale diretto e concreto; promuovere il
progetto di costruzione di una grande rete di solidarietà e di condivisione,
attraverso la quale mettere in collegamento diocesi, parrocchie, associazioni e
famiglie italiane con diocesi, parrocchie, associazioni e famiglie greche
attraverso la partecipazione a campi di volontariato, animazione di reti
familiari, formazione di volontari e operatori sociali, sviluppo di fondi di
microcredito, realizzazione di attività generatrici di reddito, attivazione di
borse di studio e di borse lavoro, promozione di percorsi inediti di turismo
solidale, senza dimenticare gli aiuti diretti ai più poveri, ai più bisognosi,
attraverso la distribuzione di aiuti alimentari. Nel dossier sono contenute
precise proposte anche per l’Unione europea chiamata a recuperare lo spirito
della Strategia Europa 2020 e del processo del Semestre Europeo che si ponevano
come obiettivo la necessità di ridurre la povertà e l’esclusione sociale come
parte integrante dell’agenda europea, mentre a livello internazionale è urgente
e necessario andare alla radice dei problemi ricostituendo il legame tra
finanza ed economia. Concretamente questo significa porre in essere meccanismi
di controllo della speculazione, vincolare gli operatori finanziari a un
maggiore legame con l’economia reale, ristabilire il controllo democratico su
quel mondo largamente sommerso della finanza “ombra” che ha dimostrato di poter
provocare effetti gravissimi sulla vita di tante persone.
L’Europa avrà la forza morale di ritrovare il senso di
solidarietà e unità che ha ispirato i suoi fondatori? Il mondo avrà il coraggio
di non abbandonarsi alla violenza del denaro e dell’egoismo? Noi stessi
riusciremo a dare una svolta di prossimità
e equità alle nostre abitudini e comportamenti? La speranza in questo tempo pasquale non è
soltanto un pio desiderio, ma una possibilità concreta e “toccata con mano” dai
testimoni del Risorto. E si traduce in precisi stili di vita, come ci ha
ricordato Papa Francesco nel messaggio Urbi et Orbi, della Domenica
di Pasqua: Il mondo propone di imporsi
a tutti costi, di competere, di farsi valere… Ma i cristiani, per la grazia di
Cristo morto e risorto, sono i germogli di un’altra umanità, nella quale
cerchiamo di vivere al servizio gli uni degli altri, di non essere arroganti ma
disponibili e rispettosi. Questa non è debolezza, ma vera forza! Chi porta
dentro di sé la forza di Dio, il suo amore e la sua giustizia, non ha bisogno
di usare violenza, ma parla e agisce con la forza della verità, della bellezza
e dell’amore.”
La crisi greca ha caratteristiche simili a quelle che si riscontrano negli altri paesi europei, tuttavia essa ha assunto una intensità maggiore e risvolti umani più drammatici.
Alla base della drammatica crisi economica che ha investito la Grecia ci sono alcuni nodi strutturali che i governi greci da circa venti anni non sono riusciti a risolvere.