Newsletter Settembre 2015
L'EDITORIALE di Sauro Bandi
Non
mancano di certo le analisi e le proposte per combattere strutturalmente la
povertà, manca forse la volontà politica di affrontarla con coraggio e senza
tornaconto, neanche elettorale. Perché risolvere la piaga della povertà si può,
ma significa cambiare mentalità, rinunciare tutti a una fetta di benessere, condividere
le risorse e soprattutto combattere le disuguaglianze indecenti per ogni
sistema che voglia definirsi umano. Invocare risposte politiche significa
allora cominciare da me, dalla mia visione di comunità, di bene comune, di
responsabilità civile e dunque del mandato che dò a chi mi rappresenta in
politica. Troppo spesso invece forse chiedo alla politica di difendere e curare
i miei interessi particolari senza pensare al bene comune.
Caritas
italiana ha presentato in questi giorni all’EXPO il Rapporto sulle politiche
contro la povertà in Italia “ Dopo la crisi, costruire il Welfare” e la
Delegazione Regionale Caritas Dell’Emilia Romagna presenterà il 22 settembre
prossimo il proprio rapporto sulle povertà nella nostra Regione all’interno di
un convegno di studio sul tema: “Il contrasto alla povertà in Emilia Romagna –
Le azioni della Chiesa e della Regione.” Sono due strumenti che offrono
contenuti, proposte, esperienze in atto per combattere davvero la povertà.
Parlano di persone, caritas, associazioni, professionisti, che mettono il loro
“sapere” a servizio di una società più giusta, fraterna, prossima. Parlano di
una speranza che il mondo possa davvero cambiare nel senso dell’equità e della
solidarietà. Occorre dunque “contagiare vitalmente”
persone, ambienti, istituzioni, perché tutti possano capire che la
globalizzazione della umanità è vantaggiosa per tutti. Ci viene in aiuto
l’esperienza umana e cristiana di Madeleine Delbrel che ricorderemo nel
Convegno di studio del 22 settembre a 50 anni dalla morte. Una donna autentica,
una cittadina responsabile, una mistica appassionata che ci testimonia come il
contagio della fraternità ha bisogno di un’umanità integrale e di una
spiritualità infuocata.
La povertà generalizzata in questi paesi, risulta particolarmente difficile da sopportare per i giovani, i quali nutrono giustamente delle aspettative per il loro futuro e sono perfettamente consapevoli che esse verranno costantemente frustrate nel loro paese di origine.
In Italia abbiamo 8 milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà, di cui quattro milioni in condizioni di povertà assoluta, (compresi un milione di bambini), ai quali vengono negati i diritti fondamentali previsti dalla nostra Costituzione