LE CONSEGUENZE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI SUL TERRITORIO
DEL NOSTRO PAESE
di Luciano Camaggio
Uno dei fenomeni venuto alla ribalta nei mesi di novembre e
dicembre dello scorso anno in Italia è stato quello della siccità, ovvero per
circa 60 giorni in alcune regioni, in particolare del nord del nostro Paese,
non ha piovuto. Tale fenomeno ha fatto registrare quattro gravi conseguenze:
1) la mancanza di piogge ha aggravato la situazione
dello “smog”, ovvero non ha consentito l'assorbimento delle cosiddette “polveri
sottili”, con gravi danni alla salute dei cittadini. Alcune grandi città, come
Milano Torino e Roma, hanno cercato di porre riparo attraverso la limitazione
al traffico delle auto: circolazione a targhe alterne e/o divieto di
circolazione in alcuni giorni, quasi sempre la domenica. In alternativa hanno
cercato di incentivare il traffico sui mezzi pubblici, attraverso la gratuità
dei biglietti ai genitori che accompagnavano i figli a scuola, o biglietti
giornalieri a tariffa ridotta. Per fortuna nei primi giorni di gennaio ha
incominciato a piovere su tutta la penisola ed il fenomeno dello”smog” si è
attenuato;
2) la seconda conseguenza ha riguardato i terreni
agricoli: sono risultate molto significative alcune foto aeree che riprendevano
aziende agricole del vercellese in Piemonte e, quindi, ci sono stati danni
notevoli per gli agricoltori;
3) la terza conseguenza ha riguardato non solo il
livello dei fiumi, abbassatosi di in alcuni casi di qualche metro, ma anche i
bacini idraulici, tipo la nostra diga di Ridracoli, che hanno rischiato, se il
fenomeno non fosse stato superato con le
piogge di gennaio, di non poter fornire l'acqua potabile ai cittadini;
4) quarta ed ultima conseguenza l'assenza della
neve, ovvero sulle Alpi e sugli Appennini fino a fine dicembre non ha nevicato,
in quanto le temperature erano mediamente di 2,5 gradi superiori alle medie
nazionali del periodo: i campi da sci sono stati alimentati dalla neve
artificiale sparata dai cannoni, ma la mancanza della neve naturale ha frenato
in parte il turismo, ripresosi con le prime nevi in gennaio.
In contrapposizione al citato fenomeno, abbiamo avuto quello
che viene definito delle “bombe d'acqua”, ovvero la caduta di piogge, in un
periodo breve, in quantità pari a quella che in una zona cade in alcuni mesi.
E' un fenomeno che si è verificato in più zone d'Italia: possiamo ricordare
Genova, le Cinque Terre in Toscana ed in altre diverse zone del nostro Paese,
con allagamenti di negozi e scantinati, auto trascinate dalle correnti d'acqua
come fossero giocattoli e frane che hanno coinvolto intere abitazioni. Si tratta certamente di fenomeni alquanto anomali, che hanno
causato anche diverse vittime, ma che in sostanza sono serviti anche a mettere
in evidenza il dissesto idrogeologico del territorio del nostro Paese, caratterizzato
da decenni di una cementificazione selvaggia e da un abusivismo eccessivo,
nella maggior parte dei casi accompagnato da sanatorie, decise da una classe
politica irresponsabile, al solo scopo di ottenere consensi elettorali.
Purtroppo dobbiamo rilevare che neanche le esperienze
negative hanno indotto i Governi ad affrontare il problema con un piano
organico di salvaguardia del territorio. L'alibi è sempre quello della mancanza
di risorse, ma intanto secondo Legambiente è dimostrato che riparare i danni costa molto di più di quanto
si spenderebbe per le opere di prevenzione, che quanto meno ridurrebbero il
numero delle vittime. Su quest'ultimo aspetto potremmo ricordare che in Italia
abbiamo una evasione fiscale quantificata da
fonti giornalistiche in 180 miliardi di euro l'anno, una corruzione
dilagante che la Corte dei Conti indica in 60 miliardi di euro, una economia
malavitosa che vale 10 punti di PIL, ovvero 160 miliardi e, infine, un'economia
sommersa.
Un recente report dell'Ufficio Studi di Confindustria,
ripreso nel suo primo discorso di fine anno dal Presidente della Repubblica
Sergio Mattarella, ha quantificato l'evasione fiscale in 122 miliardi di euro
l'anno, precisando che se solo si riuscisse a recuperare il 50% di tale cifra,
pari al 3,2% del PIL, si sarebbero potuti creare circa 300 mila nuovi posto di
lavoro. Potremmo, comunque, sottolineare di non aver trovato nel citato
documento di Confindustria un monito agli industriali evasori e/o che fanno
ricorso all'elusione fiscale. Naturalmente il fenomeno dell'evasione riguarda anche i commercianti,
i liberi professionisti e gli artigiani.
Un discorso a parte va fatto per la riesumazione da parte del
Governo Renzi del progetto del “Ponte
sullo Stretto di Messina”, un'opera ritenuta da molti tecnici irrealizzabile e
costosissima, per la quale sono stati già buttati al vento risorse, da fonti
giornalistiche quantificate in circa 300
milioni di euro per stipendi e spese di progettazione, mentre la società
aggiudicataria dell'opera ha chiesto un risarcimento, per via giudiziale, di
700 milioni di euro, che auguriamoci non venga riconosciuto. Tali risorse
avrebbero potuto essere destinate alla salvaguardia del territorio, in primis
alle disastrate autostrade e strade ferrate della Sicilia.
Ritornando al problema dello “smog”, secondo alcuni esperti
sanitari vanno analizzati due tipi di conseguenze, ovvero quelle di breve
periodo che consistono negli accessi al pronto soccorso, nei ricoveri
ospedalieri, nell'impiego di farmaci antiasmatici, nel manifestarsi di malattie
cardiovascolari, di ictus e di infarti del miocardio e quelle di lungo periodo
che consistono nella maggiore insorgenza di tumori polmonari e di malattie
cardiovascolari. In sostanza abbiamo vite umane finite prematuramente, giorni
di malattia, disabilità, perdita di attività economiche e, quindi, tante voci
di costo che per l'Italia valgono il 4,7% di PIL.
Un'ultima riflessione riguarda l'inquinamento proveniente
dalla catena alimentare, cioè dall'utilizzo di fitofarmaci e di pesticidi, che
rimangono nei terreni e nelle acque, con assorbimento da parte degli animali da
carne e da latte e con conseguenze negative su altri prodotti alimentari. Si tratta, in definitiva, di problematiche che andrebbero
affrontate con priorità assoluta con provvedimenti di lungo periodo da un
Governo lungimirante e non influenzato dai sondaggi e da quelle che vengono,
con una espressione colorita, definite “marchette elettorali”.