PROTETTO, RIFUGIATO A CASA MIA.
LA STORIA II
Desmond,
ragazzo nigeriano, è stato accolto dalla comunità parrocchiale della
Pianta Santa maria Assunta, parte integrante e primaria all’interno del progetto di Misericordiando:
“Protetto, rifugiato a casa mia”.
Abbiamo intervistato Paola F., tutor dell’accoglienza di Desmond.
Come siete venuti a conoscenza del progetto Misericordiando?
L’Associazione Bondini in collaborazione con la cooperativa Dialogos che ospitava Desmond durante la sua richiesta di protezione internazionale, ha deciso di accoglierlo presso la sede della nostra associazione col compito di tenere in ordine il verde attorno a noi. Gli veniva data l’occasione di mangiare con noi, tessere relazioni e grazie a Marco,nostro volontario, Abbiamo potuto attivare anche un corso di lingua italiana. Noi operiamo nei locali della Parrocchia Santa Maria Assunta della Pianta gestendo un centro diurno per anziani. E’ successo che dopo pochissimo tempo che il ragazzo si era inserito, il suo iter burocratico ha visto la conclusione e il giovane è venuto in possesso di un permesso di soggiorno per motivi umanitari. Uscito dagli alloggi gestiti dalla cooperativa Dialogos il ragazzo è stato preso in carico temporaneamente da Caritas. Il servizio che stava svolgendo Desmond per noi, era prezioso, ma andava riveduto per poter continuare ad averlo con noi. Dopo aver informato anche il Consiglio Pastorale,insieme a Don Felice abbiamo intrapreso il cammino dell’accoglienza all’interno della comunità. Il giovane è stato ospitato nei locali della parrocchia. A quel punto Caritas ci ha affiancati col Progetto Misericordiando “Protetto, rifugiato a casa mia” che prevede aiuto e assistenza per chi accoglie e per chi viene accolto.
Cosa vi ha spinto a scegliere di
accogliere?
Il bisogno.
Quali le difficoltà, i limiti , le paure?
Paure nessuna. Però come in tutte le avventure della vita bisogna chiedersi quanto si è disposti a coinvolgersi nelle cose e una volta che si risponde onestamente a questa domanda tutto diventa più chiaro. Ovviamente ognuno possiede un punto di vista,un’ esperienza precedente a cui rifarsi,qualche preconcetto. È giusto ascoltare tutto e tutti, ma quando ci si assume serenamente la responsabilità tutto passa in secondo piano. L’importante è porsi obiettivi semplici ma solidi. E’ indispensabile mettersi in ascolto della persona ed essere consapevoli che lei viene da una parte del mondo che tu non immagini neanche e che possiede una storia,un’ etica,sentimenti che sono tutti da rivelare e condividere. La conoscenza di culture diverse dalla nostra non è così scontata.
Quali le scoperte e le ricchezze?
Desmond è una
persona intelligente,allegra,positiva. Vederlo vivere e costruirsi in mezzo a
noi e alla comunità parrocchiale, è un piacere.
Cosa direste a una famiglia, o a una
comunità che sceglie di accogliere?
L’esperienza dell’accoglienza parte dalla capacità che ognuno dovrebbe avere o imparare, di mettersi nei panni dell’altro. Parte dall’empatia,dalla com - passione,poi si struttura. Il Samaritano non ci ha messo molto tempo per decidere se dare una mano o no.
Che cos’è per te, Desmond?
Per me e per la mia famiglia l’accoglienza è stata una caratteristica su cui abbiamo costruito la nostra genitorialità. Perciò, BENVENUTO DESMOND!