Rapporto sulla protezione internazionale 2016

"L’arrivo in Europa di oltre un milione di profughi nel corso del 2015 ha messo definitivamente in crisi quelle certezze su cui il vecchio continente ha cercato negli ultimi 50 anni di costruire un’identità comune. L’urgenza di trovare una soluzione ad un problema la cui complessità è stata troppo a lungo sottovalutata, ha indotto i 28 paesi dell’Unione (oggi 27) ad assumere posizioni molto diverse tra loro, talvolta diametralmente opposte, per cui abbiamo assistito a scelte assolutamente divergenti. Da un lato, l’apertura della Germania ai profughi siriani, dall’altro la costruzione da parte dell’Ungheria, della Serbia, della Slovenia, della Macedonia e della Francia di muri dentro e fuori l’Europa con l’intento di contrastare l’ingresso dei migranti. In questi mesi, i vari Paesi democratici appartenenti all’Unione europea, hanno assunto posizioni ed atteggiamenti a dir poco paradossali che non hanno risparmiato nessuno, compresa la Gran Bretagna che, all’indomani della presentazione dell’agenda europea sull’immigrazione, a maggio 2015, ha annunciato che il Paese avrebbe dato tutto il supporto logistico necessario per contrastare i trafficanti di esseri umani ma che al contempo nessun richiedente asilo avrebbe trovato protezione in Gran Bretagna. Una posizione che nei mesisuccessivisi è trasformata in un referendum che ha posto questo Paese fuori dall’Unione Europea. L’Italia, invece, nel difficile contesto europeo, si è “riscoperta” accogliente, capace di ridisegnare il suo ruolo di paese di immigrazione in chiave nuova rispetto ad un passato recente nel quale ha prevalso la politica dei respingimenti. Nell’arco di 36 mesi, infatti, è passata da “fanalino di coda” dell’Europa a soggetto quasi virtuoso, capace di contribuire in maniera determinante alla sfida delle migrazioni contemporanee. Dopo l’accoglienza garantita nel 2014 a circa 170 mila persone sbarcate in Italia, ci apprestiamo a chiudere il 2016 con numeri che superano sostanzialmente quelli degli anni precedenti. Si può affermare, dunque, che l’accoglienza, tra mille difficoltà, oggi viene comunque garantita a tutti e che, sul fronte dell’integrazione,sista lavorando per provare a fare dei passi in avanti nonostante la consapevolezza che la strada sia ancora molto, molto lunga"