
La Fondazione di partecipazione “Parco Culturale Ecclesiale Terre del Capo di Leuca”, espressione della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca, unitamente alla Comunità Sant’Egidio, e al sostegno di tantissime organizzazioni e realtà nazionali, sta organizzando l’evento internazionale #cartadileuca.0. Un incontro internazionale per giovani attraverso il quale poter confrontarsi sul tema: "Mediterraneo, un mare di ponti", per parlare di pace, solidarietà, sviluppo sostenibile e pari opportunità, lì, all'incrocio fra Oriente e Occidente.
#cartadileuca.0
Noi,
giovani provenienti dai Paesi dell’Europa
e del Mediterraneo,
raccolti in
questi giorni nella terra di Puglia, dopo aver intensamente parlato e insieme
camminato nella notte verso una nuova alba di pace, chiediamo a chi governa le sorti
dei nostri popoli, che faccia ogni sforzo possibile perché il Mediterraneo non
sia più un mare di morte per i tanti rifugiati che cercano di navigarlo alla
ricerca di un futuro per la loro vita, ma torni ad essere un mare di pace e di
unità tra i popoli, attraversato da ponti di solidarietà e di collaborazione,
un mare – per vocazione geografica e per tradizione culturale – ravvivato dalle
onde dell’incontro e non minacciato dalle tempeste del conflitto.
Dichiariamo la nostra volontà a contribuire per custodire,
ricostruire e collegare ponti che colleghino i Paesi del Mediterraneo in una
grande Arca di Pace, tenda dei figli di un’unica umanità, discendenza
della stessa famiglia di Abramo.
I
ponti da custodire
Chiediamo che siano difesi e tramandati alle nuove
generazioni i tradizionali ponti culturali, fatti di accoglienza allo
straniero, di coesistenza pacifica, di unità nella diversità! Abbiamo in comune
la cultura mediterranea, nella quale
la sapienza ha sempre abbracciato l’esperienza, gli ideali si sono sempre
misurati con il rispetto reciproco e il progresso è sempre stato frutto della
terra, custodita con laboriosità e fedeltà.
Chiediamo che siano custoditi i ponti per il
libero migrare dei popoli! Siamo tutti figli
di viandanze, in cui la terra è un bene comune da condividere, il diritto
alla dignità e alla pace un bene da salvaguardare per tutti, il diritto al
lavoro un bene senza differenze né confini di sorta, la possibilità di sognare un
bene da garantire a ciascuno e da realizzare insieme, perché nessuno sia più straniero
ma sia riconosciuto come fratello.
Vogliamo che siano abbattuti i ponti della paura
e costruiti i ponti della fraternità con l’altro! Chiediamo – e ci impegniamo per primi a collaborare – che si
realizzino politiche di integrazione, nella logica della convivialità della differenza, perché – navigando per secoli nel
Mediterraneo – i nostri padri ci hanno mostrato l’arricchente possibilità di
scambiare il proprium per fare
esperienza del nostrum: tutti più
arricchiti dalla condivisione di ciò che rende unico ciascun popolo e ciascuna
persona.
Chiediamo che siano colmati i fossati della globalizzazione dell’indifferenza e
costruiti i ponti della solidarietà
globalizzata! Vogliamo – e ci impegniamo a comunicarlo e a diffonderlo per
primi – che la solidarietà diventi un valore universalmente riconosciuto e
garantito, tra le persone e tra le nazioni. Lanciamo da qui un appello alle
nazioni perché collaborino nel progetto di strategie di valorizzazione delle
ricchezze materiali e spirituali, nella logica della solidarietà, in cui chi è
più ricco senta la responsabilità di sostenere concretamente chi è più povero.
I
ponti da collegare
Auspichiamo che si gettino ponti concreti tra le
politiche nazionali per attuare in modo un mediterraneo di pace! Chiediamo con
forza che si metta fine alla commercializzazione delle armi e si attuino iniziative
di micro-credito e di scambio imprenditoriale per giovani che voglio costruirsi
un futuro nel loro paese senza essere costretti a emigrare. Auspichiamo che si
incrementino iniziative come i recenti corridoi umanitari per i rifugiati per
rompere i legami con ogni tipo di criminalità che fa della migrazione un
vergognoso guadagno.
Sogniamo che tutti sentano l’urgenza di diventare ponti viventi di pace, scegliendo di esserne
costruttori nella vita di ogni giorno, seguendo l’esempio di don Tonino Bello,
profeta e testimone di pace.