Famiglie di appoggio Sara, Cooperativa “Paolo Babini”

Dove nasce l’esperienza delle famiglie di appoggio?

Nasce dell’esperienza delle nostre comunità educative residenziali. Fin dalle prime case-famiglia che ha gestito questa cooperativa, c’era sempre una famiglia che sceglieva di vivere accanto alla struttura, in modo di dare ai ragazzi un modello di famiglia diverso da quello che avevano avuto fino a quel momento. Negli anni abbiamo sempre constatato come tra queste famiglie e i ragazzi nascevano legami molto forti e molto belli, che poi duravano negli anni e così, intorno al 2000, ci siamo detti che forse questa esperienza poteva essere allargata ad altre famiglie ancora, creando una vera e propria rete.

 

Oggi questa rete coinvolge moltissime famiglie: questo significa altrettanti modi di essere famiglia di appoggio?

Sì, in effetti ogni famiglia è famiglia di appoggio a modo suo: con la disponibilità che può dare e con le capacità e le possibilità che può mettere in campo. Oggi, ad esempio, ci sono famiglie di appoggio che semplicemente portano alcuni dei nostri ragazzi a scuola o a fare le cure alle terme, magari insieme ai propri figli.

 

Si può parlare di prassi di buon vicinato...

Esatto, noi infatti crediamo che oggi la società abbia bisogno di riscoprire questa cultura e questo modo di pensare, ricominciando ad essere tutti più solidali con gli altri fin dalle piccolissime cose di tutti i giorni.