PopArty Intervista a: Patrizia (Unitalsi)

Puo parlarmi del progetto? Quando è nato? Chi lo fa e a chi è rivolto?

L’iniziativa del PopArty è nata a novembre del 2010 da un gruppo di giovani su una proposta fatta dall’Unitalsi ma poi estesa all’Azione Cattolica, all’AGESCI,  la Pastorale giovanile e la Pastorale della salute, e consiste in una festa, dedicata ai giovani diversamente-abili e ai giovani coetanei. Ci si ritrova ogni ultimo sabato sera del mese, per avere una continuità, per permettere alle famiglie di abituarsi a questa proposta. Diverse parrocchie hanno aderito per  ospitare e accogliere la serata. Si era partiti con l’idea di essere pochi e si è arrivati a essere 150 circa. Il capodanno è stato quello con più affluenza, circa 300 persone. E’ nata come iniziativa per creare dei legami, delle amicizie e si rivolge a giovani con disabilità. il nostro obiettivo era un po’ quello di trovarci, stare insieme per divertirsi, fare una proposta a dei ragazzi che il sabato sera sono chiusi in casa con le loro famiglie, per poter condividere quella serata con i coetanei. La serata  è stata suddivisa così: si inizia alle 18.30  con la messa, successivamente c’è la cena, organizzata dai parrocchiani, e dopo la cena si prosegue con giochi, musica balli e canti.

 

Quali le difficoltà, quali gli obiettivi?

Abbiamo chiesto alle famiglie quale era il bisogno. Il bisogno è vario: a volte c’è il bisogno di stare insieme e basta, giocare a carte, cantare, ballare. Altre volte ci siamo trovati in parrocchia e abbiamo fatto incontri mirati a creare legami e a condividere un esperienza di vita con altri genitori che hanno questo tipo di difficoltà in casa. La difficoltà iniziale è stata quella di avere ragazzi con problematiche molto gravi ed è difficile pensare a una serata per loro senza la presenza dei genitori. Negli anni però abbiamo visto che è una cosa che può funzionare, cercando di coinvolgere i genitori in altre attività e lasciando così i giovani a divertirsi fra loro I ragazzi non sono tutti gravi, alcuni hanno disabilità lievi e tutti ci sanno accogliere: è sufficiente un sorriso, essere presenti e dargli la possibilità di una serata come questa, essendo se stessi. Non c’è bisogno di tanto per stare bene insieme. Queste feste sono un opportunità per coltivare nuove amicizie, per coinvolgere famiglie e giovani.