Presentazione dati Report 2018 Poveri di fraternità

POVERI DI FRATERNITÀ – Report Povertà e Risorse Caritas, alcuni dati dell’anno 2018

POVERTÀ

Cala l’utenza Caritas: nel 2018 hanno infatti usufruito dei servizi della rete diocesana 3.121 utenti (-7,14%) e 1.644 famiglie (-7,69%), per un totale di 7.451 beneficiari (-7,75%). La spiegazione di questo fenomeno potrebbe essere dovuto allo spostamento di migranti in altri territori/Paesi europei o al loro mancato arrivo o il ritorno in patria, alla possibilità di beneficiare della carta REI o del RES ed infine la speranza che alcuni abbiano ritrovato lavoro. Aumentano però le persone accompagnate da molto tempo (5 anni e più) con storie di cronicizzazione e multidimensionalità del bisogno.

Nel 2018 diminuisce l’utenza straniera, 1.919 persone e crescono in percentuale, non numericamente, gli italiani sull’utenza totale, attestandosi al 36,85%. Nella maggioranza dei casi si tratta di nostri connazionali fra i 45 e i 60 anni, che hanno perso il lavoro e fanno fatica a ritrovarlo e che spesso vedono andare in frantumi anche i rapporti famigliari, sia quelli con il coniuge che con la famiglia d’origine, sprofondando in situazioni di severa difficoltà psicologica. Nel 2018 le famiglie italiane sono il 35,9% del totale delle famiglie seguite dal sistema Caritas.

La crisi ci consegna, in definitiva, un’utenza con bisogni plurimi e stratificati: assenza di reddito o sua insufficienza, mancanza o precarietà del lavoro e, con una differenza fra italiani e stranieri, l’alloggio e la casa. Nel 2018 per gli utenti italiani da segnalare anche i problemi di salute (soprattutto in termini di difficoltà psicologiche, fatica a sostenere i costi delle cure, mancato accesso alle prestazioni sanitarie…).  Per gli utenti stranieri, invece, si confermano al terzo posto le difficoltà dell’abitare (assenza di alloggio, alloggio inadeguato, sfratto, affitti impossibili), mentre le difficoltà famigliari si presentano, come lo scorso anno, ad un livello di registrazioni analogo a quello dell’utenza italiana. In realtà, il dato più rilevante quest’anno per tutta l’utenza Caritas è il fattore disabilità come elemento che determina un aumento del rischio povertà. Si tratta di adulti in età da lavoro (spesso capi-famiglia) che, pur essendo ancora in grado di provvedere a se stessi, non riescono più a trovare un’occupazione e percependo la sola pensione di invalidità (in media 280 euro al mese!) non riescono ad affrontare le spese del vivere quotidiano.

A fronte di questa situazione ormai strutturale che vede, da un lato, un aumento della severità dei bisogni e della multiproblematicità degli utenti e, dall’altro, uno schiacciamento sui servizi di “primo soccorso assistenziale”, è forte il bisogno  non solo di rispondere ai bisogni primari ma anche alle domande di senso, cercando di creare reti attorno ai soggetti riconoscendo il loro valore di vivere la prossimità, con una fraternità rinnovata.


Il progetto pastorale “Chiamati alla fraternità cristiana”, come ci ha detto il Vescovo Livio “non è conseguenza di una mancanza, ma di una realtà promettente, da custodire, riscoprire, consolidare…”. Affermare dunque che siamo “poveri di fraternità”, come scriviamo nel Rapporto povertà e risorse significa prendere coscienza di una responsabilità, rinnovare la consapevolezza e l’entusiasmo di una chiamata ad essere una comunità attraente e luminosa.

Tante sono le persone, le famiglie, le parrocchie, i gruppi che vivono sinceramente e spesso nel nascondimento, una fraternità cristiana e umana commovente. Come Chiesa grande è lo sforzo educativo, di riflessione, accoglienza, accompagnamento agito, eppure dobbiamo dirci che non siamo riusciti a promuovere cultura della carità anzi come ci diceva il prof. Savagnone al Convegno nazionale caritas: “oggi la carità è derisa come buonismo e la cultura non si riconosce più nel Vangelo”. Siamo chiamati dunque ad una rinnovata azione profetica, ad una “diversità” cristiana che con umiltà e tenerezza testimoni e promuova con la vita, pagando di persona, i grandi valori dell’umanesimo cristiano e della dottrina sociale della Chiesa: centralità della persona e della famiglia, difesa della vita, accoglienza generosa e prudente, solidarietà e sussidiarietà come forme sociali, inclusione di tutti senza scartare nessuno. Il rapporto sulle povertà e risorse si collega strettamente con la ricerca Lo sguardo dei giovani sulla città, presentata recentemente, perché se è vero che i giovani sono spesso i “nuovi poveri”, in loro troviamo le risorse, il coraggio e la forza per un vero rinnovamento sociale e ecclesiale, ma dobbiamo imparare ad ascoltarli, coinvolgerli e lasciarci mettere in discussione.  Ci aspetta dunque un compito complesso, ma entusiasmante, un cammino di comunità, confortati dal Vescovo Livio che nella prefazione scrive: “Tenete duro, anche se, qualche volta, anche i più vicini, vi guardano con sospetto! Anche in questi tempi in cui le reti di solidarietà che si mettono a fianco dei poveri (italiani e non), sono messe sotto accusa. Quello che conta è il giudizio di Dio!”

Sauro Bandi