Sabato pomeriggio,
alle ore 18.15 si è svolta la messa della novena. Per l’occasione è stato
chiesto agli operatori e ai volontari Caritas di animare l’offertorio. Abbiamo
invitato a partecipare una famiglia di origine nigeriana, appartenente alla Chiesa
Cristiana Pentecostale. Insieme ai loro due figli hanno partecipato alla novena
e hanno preparato l’offertorio. “Ho detto
loro che avremmo portato all’ altare il pane il vino.” Dice Cristiana,
responsabile dei volontari “Quando siamo
andati in sacrestia per le offerte, il bambino più grande, E. di 10 anni, ha
tirato fuori dalla tasca, porgendomelo, una panino avvolto nella plastica che
aveva trattenuto dal suo vassoio della cena in mensa alla Caritas.” Un
gesto semplice, che è arrivato dritto al cuore. “Io l’ho ringraziato molto, dicendogli che il panino era perfetto, ma
che poteva tenerlo per sé, per fare merenda” continua Cristiana, “e gli ho dato la pisside con le ostie per la
celebrazione.” Colpita da questo gesto Cristiana gli ha donato, dopo
l’offertorio, un po’ di cioccolata perché era stato gentile ad offrire il suo
panino: “Gli ho detto che avrebbe potuto
mangiare la cioccolata con il suo panino.” Il bambino se l’è messa in
tasca, ringraziando. Finita la messa però, si è diretto verso la sacrestia e
andando dritto verso il Vescovo, ha preso il cioccolatino dalla tasca e gli ha
detto: “Questo è per te” regalando
così a Mons.Livio la sua cioccolata.
Il gesto di questo bambino ci ha colpito molto. Ci
ha ricordato che l’eucarestia, fatta con pane e vino, è fatta di vita semplice e
che siamo davvero in grado di condividere come fratelli. È stato un segno di
restituzione del cuore, un segno di gratitudine autentica che ci porta a dare
ciò che abbiamo ricevuto. Ci ha insegnato, con la sua innocenza che la liturgia
vive di gesti d’amore, ovvero una carità piena di significato che si fa maestra
di vita vera.
Francesca Gori