I giovani del Servizio Civile e l'Impegno sociale

I giovani del Servizio Civile e l’impegno sociale 

Giovedì 1 dicembre, presso la casa Buon  Pastore, si è svolto il primo incontro di pedagogia Caritas, sull’ impegno sociale della Caritas/ Diocesi alla luce della dottrina sociale della Chiesa. Ci ha guidato nella riflessione Don Franco Appi che nella mattinata ci ha invitato ad affrontare i problemi che incontriamo ogni giorno nel nostro lavoro, con responsabilità nuova. Ha introdotto e approfondito diversi temi di attualità, sociale e politica, aiutandoci a riflettere sul ruolo che abbiamo come operatori Caritas e della Diocesi all’interno della società, e su come la nostra fede viva possa portarci a vivere la nostra “missione”, come “ opera per il bene comune” analizzando cause, responsabilità, passione politica e senso civico.

Tutto questo seguendo il cammino del vedere – giudicare e agire, uscendo da noi stessi, uscendo, come chiesa, verso le periferie.

Hanno partecipato anche i ragazzi che stanno svolgendo Servizio Civile in Caritas e che si sono lasciati interrogare dalle provocazioni emerse. Abbiamo deciso di chiedere a Francesco, volontario di servizio civile presso il Centro di Ascolto diocesano di parlarci della sua esperienza.

Come stai vivendo il tuo servizio alla luce di queste riflessioni?

Secondo me è difficile rapportarsi ad una realtà come la Caritas senza essere conscio di quello a cui stai andando incontro. Quando ho scelto Caritas sapevo cosa avrei dovuto fare. In Caritas scegli di stare a contatto con il disagio sociale e di fronte a tutto questo ognuno di noi si interroga. Le situazioni che vedi ti sollecitano a guardare le cause. Come diceva Don Franco, quindi, sono stato spinto ad andare oltre alle cause dei problemi che incontriamo.  Il problema vero non è interrogarsi ma arrivare davvero oltre, arrivare ad una conoscenza e andare oltre il servizio. Ciò significa spendere tempo per informarsi sulla realtà nella quale agiamo. È  una questione di volontà e responsabilità.

Quando poi, nel mio caso, assisti un operatore durante i colloqui vedi e conosci continuamente persone che hanno bisogno, parte la ricerca dei perché. Dal contatto nasce la domanda, per avere poi uno sguardo più accurato sulle problematiche, che consente un azione davvero efficace.

Quali sono le principali difficoltà che incontri?

Non ho molte difficoltà nello svolgere questo lavoro. Se ci sono, sono pratiche e relazionali con i colleghi o con i volontari. A volte può capitare che ci siano incomprensioni, ma nel mio caso ho visto un luogo autentico, ed essendo tutti  i giorni a contatto con il disagio  la collaborazione è fondamentale.

Una delle principali difficoltà sta nel lavoro intrinseco che svolgi. Di fronte al disagio sociale, alle difficoltà emotive delle persone sei messo alla prova, come persona. Sono estranei che si interfacciano con te, non amici. Bisogna fare i conti con questo e avere un “giudizio” sulla situazione solo dopo averla conosciuta a fondo.

Come vedi e vivi il servizio civile in Caritas? Cosa significa per te senso civico e passione politica?

Io la vedo come un opportunità.  Avendo studiato come assistente sociale , ho scelto di fare servizio civile al centro di ascolto per stare a contatto con la realtà sociale del territorio e come dicevo prima, appunto, conoscerla davvero e cominciare a praticare concretamente l’assistenza alle persone.

Per me senso civico e passione politica sono imprescindibili. Vivendo all’interno di una società il senso civico è ciò che ti muove ad essere un cittadino cosciente della realtà che ti sta attorno, che quindi si informa e non si da risposte facili,ma ricerca. La passione politica è conseguente. Significa interessarsi alla cosa comune, come ha detto Don Franco, e scoprire i modi in cui puoi agire. Caritas diocesana è molti anni che collaborando con istituzioni e amministrazione pubblica e privata, cerca di dare migliore risposta al disagio sociale del nostro territorio.